Sono trascorsi quasi 175 anni fa quando al Teatro La Fenice di Venezia andò in scena per la prima volta il Rigoletto, ma il capolavoro di Giuseppe Verdi, con la sua modernità, è ancor oggi un’opera di sicuro successo. L’ennesima prova si è avuta durante questa strana estate su iniziativa dell’Accademia Milano, uno dei principali poli didattici nel campo musicale che vanta prestigiose collaborazioni. Proprio nell’ambito di esse è scaturito il progetto “Rigoletto” che ha fatto tappa a Milano e poi in Veneto, prima a Noale (Venezia) e poi a Mogliano Veneto (Treviso), all’interno del “6th Internazional Festival Giuseppe Verdi of Milan”.
Avvalendosi del contributo e patrocini dei due Comuni coinvolti ed il sostegno del Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese di Milano, l’istituzione milanese, in collaborazione con l’associazione culturale “Marzorg” ha allestito uno spettacolo artistico di grandissimo valore, offrendo ai giovani talenti dell’Accademia l’opportunità di vivere l’esperienza di un’opera completa.
La direzione artistica è stata affidata a Fabrizio da Ros, veneto, direttore musicale dell’Orchestra classica italiana e dell’Orchestra sinfonica giovanili dei Pollicini, con alle spalle una lunga esperienza (quasi un centinaio le opere da lui dirette nei teatri di tutta Europa). Da Ros ha diretto, per l’occasione, l’orchestra regionale Filarmonia Veneta con il coro del Teatro Verdi di Padova (maestro Roberto Rossetto). Per la regia la scelta è caduta su Altea Pivetta, registra teatrale che dal 2015 cura ogni aspetto delle sue messe in scena liriche in forma ridotta: dalla riduzione musicale all’allestimento scenico e ai costumi. Uno staff artistico di alto profilo, completato dal m. Bruno Nicoli, direttore musicale dell’Orchestra del Teatro alla Scala, punto di riferimento nella formazione lirica è il “m Cui Su, giovane artista laureata presso La Scala, docente del conservatorio di Xinghai, con ruolo di maestro collaboratore per il canto”, oltre a Yuyang Chen e Kaiqi Zhong.
Il progetto del Rigoletto di Accademia Milano, che ha riempito le scene nelle tre tappe (Milano, teatro Pime il 25 luglio, Noale, Rocca dei Tempesta il 29 luglio, Mogliano Veneto, teatro Gaber il 30 luglio), ha poi offerto un ambizioso carnet di cantanti, per la maggioranza italiani e cinesi, che si sono alternati nei diversi ruoli previsti nell’opera verdiana, durante il tour.
Per l’occasione sono volati dalla Cina, al termine dei corsi al Conservatorio dove insegnano, alcuni tra i cantanti più famosi. A partire da Zhang Xiqiu, uno dei più importanti tenori nel mondo lirico cinese e professore di canto presso il Conservatorio di Tianjin, con un passato di studio e insegnamento in Italia. Vincitore di numerosi concorsi internazionali, ha interpretato nelle prime due date il ruolo del Duca di Mantova. Sul palco della suggestiva Rocca medievale di Noale, insieme a lui il baritono, di origine veneta, Elia Fabbian che ha dato voce e anima a uno dei personaggi più intensi del repertorio verdiano: Rigoletto. Sempre dalla Cina sono giunti il basso Jiakai Li che ha dato voce, in tutte le repliche, al drammatico ruolo del Conte di Monterone e Zhao Yiluan, dal Centro Opera di Pechino, che ha interpretato il Rigoletto nelle date di Milano e Mogliano Veneto, anche per loro due interpretazioni davvero intense. Nel ruolo di Gilda si sono invece alternate il soprano spagnolo Cecilia Guzmán Sánchez, con il suo caldo timbro mediterraneo, e Cao Yaqiong, vincitrice del primo premio al Festival internazionale dei giovani artisti di Hong Kong, che, nonostante la giovane età, ha già calcato i palcoscenici di tutto il mondo (in palco una presenza scenica magnetica). Come Duca di Mantova, nella serata al Teatro Gaber, si è invece esibito il tenore Nanxin Ye, docente al conservatorio di HuaZhong. Nelle parti della Maddalena, si sono alternate la mezzosoprano Federica Bragaglia, con una consolidata carriera internazionale nel repertorio operistico e concertistico e la mezzosoprano He Lingyi; mentre nel ruolo di Sparafucile si sono avvicendanti i bassi Dong Yongheng e Maurizio Franceschetti.
Negli altri ruoli dell’opera si sono potuti ascoltare Giulia Mattiello (mezzosoprano, applauditissima nella sua Noale), i baritoni cinesi Zhang Tianyu, Jia Nan e Li Jaikai, il tenore Lei Zhaohui.
Da Milano a Noale, per finire a Mogliano Veneto, il Rigoletto, targato Accademia Milano, ha entusiasmato centinaia di spettatori, anche grazie a questo felice connubio artistico Italia-Cina. Perché il Rigoletto è una storia ancora di successo? Lo ha spiegato la regista Altea Pivetta: “Perché Rigoletto è un’opera che oltre a farci rivivere, attraverso alla straordinaria musica di Giuseppe Verdi, una Mantova del 1500 intrisa di giochi d’amore e di potere, ci pone davanti ad uno dei più grandi dilemmi dell’umanità: fino a che punto l’uomo può spingersi con la propria vendetta. Credo che questo sia un tema molto attuale, che ci obbliga a porsi delle domande. E porci delle domande, ogni tanto, non fa male”. Molto apprezzato, in particolare a Noale, il suo intento di portare in scena un pezzo della cultura e storia locale: dagli sbandieratori del palio storico della città agli attori del progetto teatrale educativo Saltainpalco.
Il Rigoletto dell’Accademia Milano, insomma, è stato un progetto culturale a tutto tondo, che oltre alle tre recite (applauditissime), ha permesso uno scambio di conoscenze ed esperienze, ha saldato rapporti e ha confermato, ancora una volta, quanto la musica possa unire, superando ostacoli, divisioni e pregiudizi. Un bilancio positivo, condiviso anche dai partner di questa avventura musicale, a partire dall’associazione Marzorg che, con il direttore artistico Silvio Celeghin e la vicepresidente Luisa Giannini, si sono detti pronti per nuove collaborazioni.

















































