È scomparso Francisco Casanova.

Il tenore domenicano si era imposto soprattutto nel repertorio verdiano.

Di Alessandro Mormile

Il tenore Francisco Chahín Casanova è morto a New York a 62 anni. Nacque il 3 ottobre 1957 a Seibo, nella Repubblica Domenicana. Dopo i primi studi di canto, iniziati a sette anni sotto la guida della madre e poi nella sua città natale, proseguì il perfezionamento del canto al Conservatorio di musica di Santo Domingo col tenore domenicano Rafael Sánchez Cestero.

Trasferitosi a New York nel 1978, divenne poi a Milano allievo del tenore Pier Miranda Ferraro, che lo ascoltò in una trasmissione televisiva al  23° Concorso Internazionale “Francisco Viñas” di Barcellona, ​​nel 1990, nel corso del quale si aggiudicò il primo premio e, nello stesso anno, il secondo premio al “III Concorso Internazionale di Voci Liriche” di Bilbao.

Nel 1996, alla Avery Fischer Hall di New York, rimpiazzò Luciano Pavarotti per un concerto di Pavarotti and Friends e nel 1999 debuttò il ruolo di Eléazar nella Juive di Halevy, ruolo che riprese in diverse occasioni, alla Staatsoper di Vienna, al Met di New York e a Tel Aviv.

L’ascesa della sua carriera fu rapidissima e nel 2003 fu alla Scala di Milano al fianco di Leo Nucci come Jacopo Foscari ne I due Foscari, con la direzione di Riccardo Muti.

Prima ancora debuttò al Metropolitan, nel gennaio 2001, come Manrico nel Trovatore e da allora continuò ad esibirsi nel teatro newyorkese mentre la sua carriera prese una piega internazionale che lo portò ad esibirsi nei teatri di tutto il mondo, attivo soprattutto in Sud America e, in Europa, in Spagna (Madrid, Bilbao, Isole Canarie), Austria (Vienna), Olanda (Amsterdam) e in diversi teatri italiani, imponendosi soprattutto come interprete verdiano in Traviata, Nabucco, Giovanna d’Arco, I Masnadieri, Il Corsaro, La battaglia di Legnano, I Lombardi alla prima Crociata, I Masnadieri, Attila, Luisa Miller, Simon Boccanegra, Luisa Miller, I vespri siciliani (ragguardevole il suo Arrigo nella edizione genonese del 2007, al Teatro Carlo Felice), Un ballo in maschera, La forza del destino, Don Carlo e Messa da Requiem.

Fu apprezzato anche in parti di Bellini (Pollione in Norma), Donizetti (protagonista in Poliuto, Roberto nel Roberto Devereux a fianco di Edita Gruberova, Edgardo in Lucia di Lammermoor), Ponchielli (Enzo Grimaldo in Gioconda e Marion Delorme, della quale esiste una incisione discografica), Boito (Faust in Mefistofele) e Puccini (Alfredo ne La bohème e Cavaradossi in Tosca), Giordano (protagonista in Andrea Chénier) e Montemezzi (Avito ne L’amore dei tre re al Teatro Regio di Torino nel 2005).

Negli ultimi anni si era dedicato anche all’insegnamento, attraverso innumerevoli masterclass.

Lo si ricorda per la voce robusta nei centri e sicura in acuto, non aliena da finezze espressive, come dimostra l’aria di Eléazar da La Juive, suo indiscusso cavallo di battaglia, che qui postiamo in un video in omaggio alla sua arte.