Oggi, 15 maggio, si è spento a Mariano Comense, Luigi Alva, uno dei tenori lirico-leggeri più autorevoli del dopoguerra e tra i più importanti del XX sec., voce storica del Teatro alla Scala, dove il 18 marzo 2017 si è presentato per l’ultima volta al pubblico in un incontro promosso dalla nostra rivista nell’ambito del ciclo “Grandi Voci alla Scala”, curato da Sabino Lenoci e Giancarlo Landini. Peruviano (era nato a Paita, il 10 aprile 1927), chiamato a far parte della gloriosa Scuola dei Cadetti della Scala, Luigi Alva ha debuttato nella Sala del Piermarini, il 16 febbraio 1956, Conte di Almaviva nello storico Barbiere di Siviglia, diretto da Carlo Maria Giulini, accanto a Maria Callas. Inizia così una collaborazione con il Teatro milanese, durata fino al 1982, e segnata dalla partecipazione a spettacoli memorabili, a cominciare dal Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, con cui venne inaugurata la Piccola Scala, al Così fan tutte diretto da Guido Cantelli, a Falstaff con Herbert von Karajan, alla trilogia buffa di Gioachino Rossini con Claudio Abbado e la regia di Jean-Pierre Ponnelle, al Ratto dal Serraglio con la regia di Giorgio Strehler.

Tenore lirico-leggero Luigi Alva ha prestato la sua voce gentile e preziosa al repertorio buffo italiano, dalla produzione del Settecento, a Mozart di Don Giovanni, del Ratto del Serraglio, del citato Così fan tutte, al Rossini del Barbiere di Siviglia, della Cenerentola, dell’Italiana in Algeri, al Bellini della Sonnambula, al Donizetti del Don Pasquale e dell’Elisir d’amore nel quale ha disegnato un Nemorino degno di essere ricordato, come peraltro rimane di riferimento la sua interpretazione del Fenton verdiano.

Accanto alla Scala Luigi Alva si è prodotto sulle principali ribalte internazionali a cominciare da festival di alto prestigio come quelli di Aix-en-Provence, di Salisburgo e di Glyndebourne. Tra le sue presenze più significative vanno ricordate le 102 recite sostenute al Metropolitan, dove ha debuttato nel 1964 nel Falstaff sotto la direzione di Leonard Bernstein e dove si è segnalato nel suo repertorio, brillando come Conte d’Almaviva del Barbiere di Siviglia, come Tamino del Flauto magico, spingendosi fino all’Alfredo della Traviata.

Le numerose testimonianze discografiche e filmografiche permettono di ricordare la competenza del musicista, la freschezza del cantante e la simpatica disinvoltura dell’attore, doti tutte che concorrono a fare di Luigi Alva un artista di classe superiore.