Di Alessandro Mormile

Come è “romantica” la Lucia di Lammermoor di Donizetti in scena in questi giorni all’Opéra di Montecarlo!

Le onde del mare in tempesta che cozzano contro speroni rocciosi, i cieli brumosi dove la luce cerca di abbattere le tenebre, le suggestioni che evocano i paesaggi dei grandi pittori romantici o i richiami letterari che fanno pensare ai romanzi gotici dell’Ottocento e alle tempeste descritte in tanta letteratura inglese, sostanziano la cornice visiva di una regia che rende la protagonista più combattiva, meno remissiva dinanzi alla violenza del fratello, che la vuole pronta a sacrificarsi per salvare il buon nome della famiglia, così da donare a questo spettacolo un fascino unico.

Ed alla fine dell’opera, quando Edgardo non si pugnala ma si butta dal dirupo roccioso a picco sul mare per ricongiungersi all’anima della sua Lucia, si comprende come l’annullarsi nell’elemento naturale sia per l’uomo romantico un modo per esorcizzare le sofferenza di una vita in cui la felicità è negata dagli eventi del vivere stesso.

Fra le onde del mare, invece, sarà forse possibile, almeno idealmente, riabbracciarsi con chi si è amato.

Lo spettacolo, che reca la firma registica di Jean-Louis Grinda, con scene di Rudy Sabounghi, costumi di Jorge Jara e luci di Laurent Castaingt, è da vedere!

Si spera possa approdare presto anche in Italia.

21 novembre 2019

Alcune scene di Lucia di Lammermoor di Donizetti
in scena al Grimaldi Forum per la stagione dell’Opéra di Montecarlo

Foto di Alain Hanel