Il 7 maggio si è spenta Grace Bumbry. Scompare una delle più grandi voci e delle più grandi artiste del XX sec..
Nata a St. Louis, nel 1937, dopo i severi studi, le audizioni al Met, combattendo con coraggio contro la discriminazione subita dai cantanti di colore, gli esordi europei la impongono alla generale attenzione, con un debutto fulminante prima a Parigi, Amneris in ‘Aida’, poi al Festival di Bayreuth, Venus nel ‘Tannhäuser’. Si aprono per lei le porte dei più grandi teatri internazionali, dal Covent Garden, alla Scala di MIlano, alla Staatsoper di Vienna dove si impone all’attenzione nel repertorio di mezzosoprano con memorabili interpretazioni del ‘Don Carlo’, del ‘Trovatore’, di ‘Aida’, di ‘Cavalleria rusticana’, mentre al Festival di Salisburgo canta ‘Carmen’ sotto la direzione di Herbert von Karajan. Dagli anni Settanta, si accosta con crescente successo anche a personaggi per soprano, trovando nella sua voce il timbro e i colori adatti a dipingere Floria nella ‘Tosca’, Salomé nell’omonima opera di Strauss, Lady Macbeth ed Abigaille nel ‘Macbeth’ e nel ‘Nabucco’. In questo ambito rimane memorabile il suo approccio a ‘Norma’, avvenuto al Festival della Valle d’Itria, su invito di Rodolfo Celletti, che intendeva così ritrovare nei colori vocali della Bumbry la vera voce della protagonista dell’opera di Bellini.
Nel prossimo numero la nostra rivista dedicherà un ampio servizio a Grace Bumbry.