Christa Ludwig si è spenta sabato, 24 aprile, a Klosterneuburg. Figlia d’arte, aveva coltivato con sapienza una preziosa voce di mezzosoprano, educandola ai ferrei precetti di una tecnica sicura Debuttò in concerto nel 1945 e nel 1946, a soli diciotto anni, fu scritturata come Principe Orlovsky nel Fledermaus.

Da allora aveva intrapreso, un carriera che si era fatta di anno in anno più importante e significativa, divenendo punto di riferimento per i pubblici di ribalte prestigiose come la ricostruita Staatsoper di Vienna o il Festival di Salisburgo. Il suo sodalizio artistico con bacchette di eccezionale levatura, a cominciare da quella di Herbert von Karajan, le aveva aperto importantissime occasioni artistiche sia in teatro che in disco. Con Karajan era stata alla Scala, prima in Die Walküre poi nelle Nozze di Figaro, mentre sotto la guida di Karl Böhm era stata Oktavian nel Der Rosenkvalier. La sua collaborazione con il teatro milanese comprende anche Don Carlos nella parte di Eboli, l’incisione della Norma con Maria Callas e Franco Corelli e numerosi concerti, l’ultimo dei quali sotto la guida di Riccardo Muti il 7 giugno 1992, il cui programma comprendeva i Fünf Lieder nach Rückert di Gustav Mahler. Nel 1959 debuttò al Metropolitan, Cherubino nelle Nozze di Figaro e vi ha cantato poi Der Rosenkavalier, Aida, Die Walküre, Parsifal, Les Troyens, Lohengrin, Fidelio ottenendovi il plauso della critica e del pubblico.

Il suo repertorio d’elezione è costituito dalla produzione mozartiana, wagneriana e straussiana, dove ha dato prove mirabili sia sotto il profilo vocale che interpretativo, dimostrandosi capace di abbracciare anche con successo parti di soprano con la Marescialla in Der Rosenkavalier o Leonore nel Fidelio. Musicista di alto rango ha saputo sempre distinguersi in lavori di genere e stili diversi, da Bach alla musica contemporanea.

Con il suo ritiro dalle scene e la sua scomparsa sparisce un’altra delle Grandi Voci del XX secolo e si chiude il ciclo dei grandi mezzosoprani di scuola tedesca di cui la Ludwig è stata l’ultima completa incarnazione.

La nostra rivista le dedicherà un ritratto sul numero di giugno.