Il decesso per complicanze da coronavirus

di Roberto Del Nista

Il 27 febbraio, all’età di 85 anni, ci ha lasciati il compositore e didatta lucchese Gaetano Giani Luporini. La morte è sopraggiunta all’ospedale di Barga (LU), dove Luporini era ricoverato in seguito al secondo contagio da coronavirus cui si sono sommate patologie pregresse.

Giani Luporini proveniva da tradizione musicale di famiglia: la madre era pianista e suo nonno materno il noto compositore coevo e conterraneo di Puccini, Giovanni Gaetano Luporini (Lucca, 12 dicembre 1865, ivi 12 maggio 1948). Nato a Lucca il 28 maggio 1936, Gaetano Giani Luporini divenne a sua volta compositore di fama, oltre essere conosciuto anche come pittore e poeta. 

La sua formazione inizia con lo studio del violino e, in seguito, della composizione. Nel 1956 è ammesso al Conservatorio di Firenze, dove studia con Roberto Lupi, che lo introduce all’antroposofia di Rudolf Steiner, la cui conoscenza costituisce un’esperienza fondamentale nel suo percorso umano e artistico. A Firenze, tra i suoi compagni di studi, figurano Sylvano Bussotti e Giancarlo Cardini. Nel 1962 si diploma in composizione e inizia ad insegnare Educazione Musicale in alcune scuole della Garfagnana e della lucchesia. Nel 1968 ottiene la cattedra di Armonia e Contrappunto al Conservatorio di Firenze, dove rimarrà fino al 1986; da questa data fino al 2003 è Direttore dell’Istituto Musicale “Luigi Boccherini” di Lucca.

Risultato vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, tra i quali si ricordano il primo premio al Concorso Nazionale di composizione bandito dal teatro comunale di Firenze in occasione del terzo concorso internazionale di Violoncello Gaspar Cassadó, con il brano Musica per violoncello e pianoforte (1972) e il primo premio al Concorso Internazionale di Composizione dell’Angelicum di Milano nel 1977, con Kontakion (1976). I suoi brani sono stati eseguiti al Maggio Musicale Fiorentino, Teatro della Pergola, Teatro Verdi di Pisa, Teatro del Giglio, Teatro dei Differenti e altri ancora, oltre essere diffusi da enti radiofonici italiani e stranieri.

Particolarmente fortunata è stata la collaborazione con Carmelo Bene per il quale ha composto le musiche di scena di numerosi spettacoli tra cui ricordiamo Pinocchio, MajakovskijE mi presero gli occhi (1982), Adelchi (1983), Coro di Morti (1997), La figlia di Jorio (1997), Concerto Mistico (1998).

Per il teatro ha scritto Élegos, (1978) monodramma, su testo di Giovanna Morelli; Il sosia (1979-80), opera in due atti su libretto di Cesare Orselli da Dostoevskij; L’Orchestra Doremì, opera per ragazzi ancora su libretto di Giovanna Morelli; Da capo (1982-83), opera buffa su libretto di Roberto Sanesi, e il divertissement Debutto in città (1993), su testo proprio. Ha musicato inoltre testi di Rafael Alberti, Alfredo Giuliani, Christian Morgenstern, San Giovanni Evangelista, Edoardo Sanguineti, Charles Baudelaire, Yves Bonnefoy, Mao Tsé-Tung.

Autore di una copiosa e apprezzata produzione di musica da camera, sinfonica, corale e operistica, Gaetano Giani Luporini era considerato tra i protagonisti più significativi della musica del secondo Novecento, dove ha portato uno stile del tutto personale, coniugando la sperimentalità del linguaggio alla profondità della visione, ottenendo coinvolgente teatralità e potenza comunicativa: tratti desueti nell’ambito della musica colta contemporanea. Spaziando tra lirismo, dramma, parodia, grottesco, l’universo espressivo di Giani Luporini è ricco di una varietà di registri che è il primo connotato della sua teatralità, intesa come virtù empatica di una musica capace di prestare risonanza a ogni fascia dell’essere, tra la dimensione mistico-cosmica e quella terrena. Questo risultato scaturisce anche all’approfondimento, da parte di Luporini, della musica del passato, condensato nel suo trattato Geometrie ed inversioni contrappuntistiche, opera didattica nella quale, seguendo gli esempi de l’Arte della Fuga e l’Offerta Musicale, porta al limite le possibilità tecniche ed espressive del contrappunto, componendo fughe, doppi cori e brani rovesciabili o retrogradabili in stile bachiano. Infatti, in diverse occasioni, ha lavorato alla strumentazione o riscrittura di partiture d’epoca, tra le quali si ricordano Misteri Corali, dal Libro dei Morti degli antichi egizi, per coro misto e voce recitante (1968); I Dialoghi del verbo, per soli, voce recitante, coro misto e orchestra (1971); Degli angeli, per otto voci miste e archi (1973); Aure, per otto voci soliste (1976); Kontakion, memorie bizantine, per orchestra da camera; Concerto per pianoforte e orchestra (1977); Galgenlieder, musiche per balletto (1978); Pantomima, per voce recitante, mezzosoprano e strumenti (1983); Musica in Re (1990-91) per violino, clarinetto e pianoforte; Concerto in Re per flauto e orchestra (1977).