BELISARIOLA FILLE DU RÉGIMENT E MARINO FALIERO
TRE TITOLI PER IL RITORNO DELL’OPERA AL TEATRO DONIZETTI RESTAURATO

Sono cinque i titoli d’opera che compongono la sesta edizione del Donizetti Opera, festival internazionale dedicato al compositore bergamasco, organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti e affidato alla direzione artistica di Francesco Micheli e a quella musicale di Riccardo Frizza. L’edizione 2020 segna il definitivo ritorno della lirica al Teatro Donizetti che riapre, completamente restaurato, dopo l’indimenticabile esperienza nel 2019 con l’opera riscoperta L’ange de Nisida messa in scena in prima mondiale negli spazi del cantiere.

Il festival Donizetti Opera 2020 si svolgerà a Bergamo Città di Gaetano Donizetti” dal 19 novembre al 6 dicembre, facendo tesoro dei risultati conquistati nel passato quinquennio e nell’ultima edizione, in cui si sono superate le 10mila presenze, ottenendo un aumento del pubblico del 21% e il 53% di stranieri in rapporto ai biglietti venduti (esclusi gli abbonamenti).

Risultati che hanno ricevuto premi importanti quali il tedesco “Oper! Award” come miglior festival nel 2019, nonché l’attuale candidatura all’inglese “Opera Award”, oltre che la presenza crescente della stampa (104 testate accreditate nel 2019).
A dicembre poi l’approvazione in Parlamento di un emendamento che ha assegnato un contributo speciale annuo di un milione per il triennio 2020-2022, raddoppiando il precedente, pari a 500mila euro, ricevuto nel 2018 e 2019.
 La serata inaugurale al Teatro Donizetti, giovedì 19 novembre (ore 20), prevede un’opera in forma di concerto: Belisario (Venezia, 1836 – edizione critica di Ottavio Sbragia), protagonista Placido Domingo che, conquistato da Bergamo e dal festival dedicato al compositore cittadino, ha scelto di debuttare un nuovo ruolo della sua più recente carriera di baritono. Sul podio per questa occasione imperdibile il direttore musicale Riccardo Frizza, accanto al quale si riunirà un cast d’eccezione composto da Simon LimDavinia RodriguezAnnalisa Stroppa Celso Albelo. L’Orchestra e il Coro (diretto da Andrea Secchi) saranno quelli del Teatro Regio di Torino, con il quale è coprodotto questo progetto. È in programma anche una seconda recita di Belisario, giovedì 16 novembre.

La programmazione prosegue con altri due titoli operistici sempre al Teatro Donizetti, nati entrambi per le scene parigine: La fille du régiment (Parigi, 1840) – presentata secondo l’edizione critica a cura di Claudio Toscani per Casa Ricordi nell’ambito dell’Edizione Nazionale realizzata con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti – quindi l’azione tragica Marino Faliero (Parigi, 1835) nell’edizione critica di Maria Chiara Bertieri.
Sul podio della Fille du régiment (20 e 28 novembre, 3 dicembre) salirà Corrado Rovaris, che torna a dirigere un lavoro teatrale a Bergamo dopo gli anni più recenti dedicati al repertorio sacro. Il direttore bergamasco sarà impegnato in uno degli ultimi capolavori del compositore suo concittadino: scritto nel 1840, all’apice della carriera per l’Opéra-Comique, è stato da subito molto apprezzato sui palcoscenici di tutto il mondo e si caratterizza sia per la presenza d’irresistibili pezzi di bravura destinati al soprano e al tenore, sia per la peculiare vicenda che fa agire elementi storici, patriottici e sentimentali intorno a una protagonista femminile allegra quanto risoluta. Protagonisti maschili due cantanti fra i più acclamati di oggi: il tenore Xabier Anduaga, voce nata e scoperta dal festival, e il baritono Paolo Bordogna, buffo per antonomasia dei nostri giorni. Nel ruolo della protagonista Marie il soprano spagnolo Sara Blanch, una voce da poco impostasi nel panorama internazionale, sulla quale il festival – come accaduto in altre occasioni – vuole scommettere. La nuova produzione dell’opera è firmata dal giovane regista cubano Luis Ernesto Doñas (noto a Bergamo per il recente allestimento di Rita per la Donizetti Night e per le scuole) ed è coprodotta con la Fondazione Arena di Verona e con il Teatro Lírico Nacional de Cuba, per la prima volta impegnato in un progetto internazionale: non mancheranno quindi nell’ambientazione e nei colori caraibici i riferimenti alla recente storia cubana. Inoltre, per La fille du régiment si rinnova la partnership avviata dal festival nel 2019 con il Palazzetto Bru Zane, istituzione francese con sede a Venezia e oltre dieci anni di attività in favore dello studio e della riscoperta del repertorio musicale romantico francese: Alexandre Dratwicki, direttore scientifico del Palazzetto Bru Zane, seguirà come coach linguistico il Coro Donizetti Opera e gli artisti impegnati nella Fille per la più corretta preparazione del canto in francese.

Per Marino Faliero (in scena al Teatro Donizetti 21 e 27 novembre, 6 dicembre) tornerà sul podio il direttore musicale Riccardo Frizza, mentre il progetto creativo sarà di ricci/forte, coppia di registi che negli ultimi anni ha conquistato le platee dell’opera con una serie di successi (dal debutto nella lirica con Turandot allo Sferisterio, Premio Abbiati 2018, a Nabucco al Festival Verdi nel 2019), chiamati a dipanare una vicenda ambientata nella Venezia nel Trecento, frammista di politica e sentimento. Andato in scena al Théâtre Italien di Parigi – il più alla moda dell’epoca e con Rossini coinvolto nella direzione – il 12 marzo 1835, Marin Faliero vantava un cast di virtuosi di prim’ordine (Luigi Lablache, Antonio Tamburini, Giulia Grisi, Giovan Battista Rubini), cosa che suscitò un’artificiosa rivalità con Bellini che aveva messo in scena poco prima nel medesimo teatro I Puritani. Prendendo a modello questo leggendario primo cast, sul palcoscenico del Teatro Donizetti nel 2020 sfileranno alcuni dei più grandi interpreti di oggi: il basso bergamasco Alex Esposito nel ruolo del titolo, il tenore Javier Camarena – artista in residenza dell’edizione 2020 – il soprano Francesca Dotto e il baritono Bogdan Baciu. In entrambe le opere saranno impegnate l’Orchestra e il Coro Donizetti Opera, diretto quest’ultimo da Fabio Tartari.

Al Teatro Sociale prosegue il ciclo #donizetti200 – la messa in scena ogni anno di un’opera di Donizetti che compie due secoli – con il dramma buffo Le nozze in villa (Treviso, 1820) nell’edizione critica di Edoardo Cavalli e Maria Chiara Bertieri (22 e 29 novembre, 5 dicembre), un lavoro poco noto che è giunto a noi attraverso un’unica partitura superstite, non autografa e purtroppo incompleta, senza testimonianze dirette della prima esecuzione. Sul podio salirà Stefano Montanari, come tradizione per il progetto #donizetti200, uno specialista del repertorio antico per una riscoperta del suono donizettiano grazie alla presenza dell’Orchestra Gli Originali. Per raccontare le vicende di una coppia di innamorati alle prese con un padre e un promesso sposo dai contorni caricaturali e ridicoli, ci sarà il giovane regista Davide Marranchelli, vincitore nel 2019 del bando per una nuova creazione per la Donizetti Night (Don Gaetano – A Speed Date With). In scena un gruppo di cantanti esperti del repertorio buffo del primo Ottocento, come Fabio Capitanucci, Omar Montanari, Gaia Petrone, Edgardo Rocha, Manuela Custer; al loro fianco il Coro dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Salvo Sgrò.