Di Alessandro Mormile
La Traviata di Verdi ha inaugurato il progetto “Opera Off”, che l’Impresa Lirica Francesco Tamagno ha affidato alla direzione artistica e alle idee di due giovani, Giuseppe Raimondo e Lucia Falco.
Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, c’è da credere che questo progetto, il cui scopo è portare l’opera nei luoghi più impensati di Torino – la stessa conferenza stampa si è tenuta al Cimitero Monumentale di Torino, sotto il mausoleo che raccoglie le spoglie del leggendario tenore Francesco Tamagno – ottenga il successo che merita e che ha già premiato la felice messa in scena della Traviata nei locali dell’ex ristorante “San Giorgio”, presso il Borgo Medievale del Parco del Valentino.
Una scenografia naturale, con grandi finestre affacciate sul parco, hanno suggerito al regista Alberto Barbi (che viene dalla prosa, pressoché alla sua prima esperienza col teatro d’opera, ma con una esperienza maturata anche nel musical e nell’arte circense) una messa in scena in equilibrio fra tradizione e modernità, facendo perno sulla fresca spontaneità del soprano Ilaria Lucille De Santis, una Violetta di bel temperamento, e di Giuseppe Raimondo, un Alfredo aitante e dal timbro tenorile davvero prezioso. Molto musicale anche il Germont del baritono Bruno Pestarino e ben assortito il comparto dei ruoli di contorno, tutti affiatati e ben amalgamati dal disegno registico, con in vista il giovane Marchese d’Obigny di Andrea Goglio, accompagnati al piano dal telentuoso Alessandro Boeri e con l’apporto dell’eccellente Coro Francesco Tamagno diretto da Gianluca Fasano.
Una Traviata, quella studiata dalla efficacissima regia di Barbi, teatralmente avvincente, fatta con elementi scenici ridotti all’osso ma con idee che hanno reso dinamicamente elettrizzante la narrazione, cogliendo anche l’essenza emozionale del dramma, emozionando e convolgendo il numeroso pubblico che ha affollato questo primo appuntamento della stagione, davvero riuscito.
Seguirà, sempre nella stessa location, Il barbiere di Siviglia di Rossini, previsto per il prossimo 17 ottobre 2019.
In calce, il comunicato che illustra le ragioni di questo progetto e i successivi appuntamenti di un cartellone che si articolerà fino al maggio del 2020.
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OPERA OFF
Prima edizione
A cura di Giuseppe Raimondo e Lucia Falco
Una partita a calcio senza confini
C’è un squadra di calcio, che usa la voce al posto dei piedi, e gioca una partita senza confini, che attraversa tutta la città. Il centravanti si chiama Rossini, il regista è Verdi, l’ala sinistra Bizet, il libero arriva dall’Ungheria e di nome fa Bartok, il portiere è di belle speranze, lo chiamano Poulenc.
Il pallone rotola, attraversa le strade di Torino, passa per i cortili, entra nei musei, si infila negli angoli vetusti e corre nei riflessi delle vetrine. Rimbalzi, rimbalzi, rimbalzi. Una rassegna d’opera fatta di rimbalzi che si moltiplicano in luoghi speciali, generando vibrazioni, chiamandoci a tifare, a correre e ad inseguire anche noi quel pallone che rotola: un sogno aulico e pulsante, una fuga sulla fascia, un contropiede artistico.
OPERA OFF è incursione lirica nel territorio, canto che ri-definisce gli spazi pubblici, sperimentazione scenica diffusa: un flash-mob in divenire che attraversa la storia del bel canto, per generare nuove modalità con cui vivere l’Opera. Dribbling di Bizet, passaggio smarcante di Verdi, pallonetto di Rossini. Applausi.
La forza della squadra
Siamo registi, cantanti e creativi a livello professionale, siamo inseguitori di palloni, siamo giocatori urbani. OPERA OFF è il nome della nostra stagione. Siamo pronti a rischiare, producendo eventi artistici di alto livello e portando i nostri spettacoli in contesti non convenzionali. Ci piace il gioco moderno, quello a zona, perché il nostro obiettivo è creare spettacolo, come fanno gli olandesi o gli spagnoli; ma quando serve sappiamo essere maledettamente concreti, come gli italiani. Possiamo affrontare e vincere avversari all’apparenza più forti di noi, ma questa sfida va giocata con tutto lo stadio, e con la forza dei nostri tifosi, che siete voi. Sapere che siete con noi, ci rende invincibili.
Campi di gioco
I nostri spettacoli avvengono in musei, stazioni ferroviarie, teatri e cimiteri. In alcuni luoghi le performance possono prevedere percorsi itineranti e immersivi: “l’esperienza dell’opera sarà così vissuta con un coinvolgimento più diretto del pubblico, che diverrà inevitabilmente parte dello spettacolo”. Come nei campi inglesi, dove non esistono barriere ed il pubblico e i giocatori sono uniti in un solo respiro emozionale, in un sola pulsazione agonistica, in un solo bagno collettivo di catartica tensione.
Tattica, moduli e schemi
A noi, di base, piace giocare con il 4-4-2, diciamolo. Ma crediamo che una piccola squadra, come la nostra, debba saper modificare il suo modulo durante la gara. Questo significa essere in grado di trasformare, adattare e ri-definire le urgenze poetiche, in base alle locations e agli obiettivi artistici, stringendo collaborazioni con artisti di alto profilo ed eventualmente coinvolgendo anche nomi di rilievo internazionale. L’ obiettivo è quello di coinvolgere, con proposte spettacolari innovative, un pubblico nuovo ed in continua evoluzione, nella volontà di integrare l’aspetto spettacolare di ogni evento con occasioni di dibattito in cui far convergere le voci, le idee e le esperienze di tutti.
Il gioco all’italiana
L’opera lirica è sicuramente il prodotto italiano culturale d’eccellenza: l’Italia ha inventato l’Opera lirica nel ‘500, dettandone canoni e stili, e tale patrimonio artistico necessita, oggi più che mai, di essere salvaguardato e valorizzato. Nel tempo, l’Opera lirica ha prodotto passione, orgoglio nazionale e ricchezza; ma ha soprattutto sedotto, fatto piangere ed innamorare donne ed uomini di tutte le età, portando nella vita quotidiana la potenza e la bellezza delle sue arie, dei suoi personaggi e delle sue storie. Una narrazione “fondante”, sulla quale si innestò la costruzione culturale del nostro popolo, oggi bisognoso di affinare nuovi linguaggi per esplorare la propria mutevole identità, nel grande villaggio globale.
Le cifre del Campionato
La Stagione OPERA OFF propone 6 opere liriche e 5 concerti, attraverso un percorso di riscoperta che coinvolge nuove promesse ed artisti affermati. Cantanti, registi, scenografi e maestri collaboratori sono così chiamati a far vibrare l’Opera all’interno di contesti contraddistinti da una forte identità culturale (musei, biblioteche civiche, teatri off, teatri di provincia).
Tradotto in numeri:
6 opere liriche, 5 concerti, 10 spazi differenti, 5 compositori italiani, 2 compositori francesi, 1 compositore tedesco, 1 compositore ungherese, 40 cantanti lirici, 35 coristi
2 maestri collaboratori, 2 direttori di coro, 2 scenografi, 1 direttore di scena, 3 registi, 2 direttori d’orchestra.
Testo: Marcello Serafino Visconti
Società Culturale Artisti Lirici Torinese “Francesco Tamagno”
Via Pietro Giuria, 40 – 10126 Torino – Telefono 333/4985433 – Fax 011/6689030 P.iva/C.F. 06303990011 – E.mail: liricatamagno.to@gmail.com – www.lirica-tamagno.it