Il 3 e 4 aprile scorsi, il Conservatorio Santa Cecilia di Roma ha accolto l’Orchestra da Camera di Geringas per due serate allinsegna della trasmissione e del talento emergente. Fondata nel 2016 dal violoncellista e direttore David Geringas, la formazione porta avanti unambizione rara: offrire ai giovani solisti un palcoscenico dincontro con il pubblico e con i grandi repertori. A Roma, sono stati due interpreti in ascesa, la violoncellista Dali Gutserieva e il pianista Adam Gutseriev, a incarnare con brillantezza questa missione.

Tra freschezza e maturità: la serata del 3 aprile

La prima serata si è aperta con la Serenata per archi op. 2 di Mieczysław Karłowicz, partitura giovanile di cui lorchestra ha saputo conservare la spontaneità senza sacrificare la coesione. Nel Marsch inaugurale, la direzione precisa di Geringas modellava dinamiche ampie, privilegiando la naturale respirazione della frase rispetto a una tensione artificiale. Gli archi si impadronivano del Walzer con notevole morbidezza, lasciando trasparire una lieve malinconia dietro al ritmo danzante.

Il palco è stato poi affidato a Dali Gutserieva per il Concerto per violoncello n. 1 di Camille Saint-Saëns, vera e propria prova di maturità per ogni giovane interprete. Fin dalle prime battute, lartista ha impressionato per la solidità sonora e larticolazione nitida, sostenute da un vibrato discreto ed elegante. La sua lettura, tesa senza essere aggressiva, conferiva all’ Allegro unurgenza drammatica rara in un’interprete così giovane. LAllegretto con moto, più lirico, rivelava una qualità timbrica particolarmente raffinata. L’orchestra, attenta e duttile, creava intorno a lei un tessuto sonoro equilibrato, in cui il dialogo tra solista e ensemble risultava naturale.

Dopo una pausa, David Geringas ha imbracciato a sua volta il violoncello per offrire una lettura intensa e misurata di Kol Nidrei di Max Bruch. Senza enfasi eccessive, ha tratto dal suo strumento una sonorità profonda e raccolta, lasciando spazio al respiro e alle risonanze.

La Holberg Suite di Grieg, che concludeva la serata, ha permesso allorchestra di mostrare tutto il suo gusto per lequilibrio stilistico. L’eleganza del Präludium, la nobile compostezza della Sarabande, la leggerezza della Gavotte sono state restituite con precisione e partecipazione, evitando ogni eccesso descrittivo.

Un dialogo fecondo con i grandi repertori: la serata del 4 aprile

La seconda serata, caratterizzata da un programma ancora più articolato, ha confermato la capacità dellensemble di affrontare sfumature espressive molto diverse. Il Divertimento KV 138 di Mozart, affrontato con un tempo vivo ma mai affrettato, ha sedotto per la trasparenza delle texture e la cura dell’intonazione, segno di un ascolto reciproco sempre vigile.

Atteso momento centrale della serata, lesecuzione del Concerto per pianoforte in la minore op. 16 di Grieg da parte di Adam Gutseriev non ha deluso. Nonostante la giovane età, il pianista ha mostrato una padronanza impressionante del fraseggio musicale. Lattacco deciso, il tocco perlato e la capacità di creare naturali sospensioni tra le frasi conferivano all’ Allegro molto moderato tutta la sua ampiezza, senza mai indulgere in effetti superficiali. Nell’ Adagio, Gutseriev ha rivelato una sensibilità intima, scavando nei silenzi e modulando con sobrietà le sfumature, sostenuto da un’orchestra di rara delicatezza. Il Finale, trascinante ma sempre chiaro nei piani sonori, ha confermato una personalità musicale già ben definita, capace di coniugare virtuosismo e cantabilità.

Dopo lintervallo, David Geringas è tornato sulla scena per un Adagio tratto dal balletto Il ruscello limpido di Šostakovi

: una pagina breve ma carica di emozione trattenuta, interpretata con una sonorità morbida e grave. Questo preludio intimista introduceva la Kammersymphonie op. 110a, trascrizione per archi del celebre Ottavo Quartetto di Šostakovi

Sotto la bacchetta di Geringas, lorchestra ha offerto una lettura intensa e tesa, senza compiacimenti, lasciando emergere tutta lasprezza e la dolente memoria che abitano questopera segnata dalla guerra. L’ Allegro molto, di una violenza trattenuta, sfociava in un Largo finale di struggente sospensione, accolto da un silenzio raccolto della sala.

La trasmissione come missione

Oltre alla qualità delle esecuzioni, queste due serate hanno testimoniato unesigenza profonda: quella di offrire ai giovani artisti non solo lopportunità di salire sul palco, ma anche quella di confrontarsi con opere impegnative, in un contesto di alta responsabilità artistica. Sotto la guida attenta di David Geringas, lOrchestra da Camera di Geringas si conferma così non solo come trampolino per nuovi talenti, ma anche come prezioso anello di congiunzione tra le generazioni e i grandi repertori.